mercoledì 26 dicembre 2012

Verso l’avanguardia del management. Joanna Longawa recensisce il libro “Innovare il management” di Luigi Gentili


Verso l’avanguardia del management
Joanna Longawa recensisce il libro “Innovare il management” di Luigi Gentili
di Joanna Longawa
tratto da Economy Way n.5 del 10/01/2012
“Innovare il management. L’arte di dirigere nell’era del caos” è il quarto libro di Luigi Gentili, uno scrittore impegnato nello studio delle organizzazioni e dei macro-sistemi economici. L’autore, impegnato nel mondo della formazione, negli ambiti dell’impresa, dell’università e delle istituzioni, intende sottolineare come il mutamento condizionerà il futuro manageriale, recuperando il carattere del “divenire”, fatto di possibilità e di progetti aperti.
Il libro è composto da 5 parti intitolate: Ambiente e cambiamento, Strategia, Organizzazione, Leadership e Risorse umane. Ogni argomento viene scrupolosamente descritto e documentato con esempi riportati dalla letteratura e dalla filosofia, dalla storia, dalla sociologia e dall’antropologia, culminando nella domanda principale: ‘Come innovare il management nell’era del caos?’. In questo modo la pubblicazione diventa curiosa ed il mondo di economia viene iscritto nella tradizione culturale europea e americana, allargando l’orizzonte del lettore – non necessariamente un imprenditore – verso le materie umanistiche che qui vengono identificate con l’umanità: un’umanità al livello dell’uomo, manageriale e legato al lavoro del team.
Per parlare dell’organizzazione d’impresa, strategia, concorrenza, ambiente etc. Gentili introduce nuovi termini e nuovi paradigmi; per esempio, ricordiamo il modello 5 I- da lui inventato – (integrazione, influenza, interazione, iniziativa e incentivazione), ma anche altri modelli riproposti creativamente: quello di joint venture (integrazione tra più imprese, espansione all’estero), la logica della cooperazione con lo spin-off (staccamento dall’impresa madre e creare la propria) o l’adhocrazia (termino preso da Warren Bennis e utilizzato come il contrario di burocrazia). La chiave di presentazione del libro sono le contraddizioni. La prima è data dalla struttura piramidale, confrontata con la cooperazione e l’iniziativa nella forma di ‘reticolo’, descritta riferendosi al dualismo già menzionato burocrazia-adhocrazia. Seguono le opposizioni tra individuo e team, tra manager e leader. 
Dato che il nostro presente, oggi, è caratterizzato da: incertezza, crisi, ibridismo, mutamento continuo, polimorfismo, globalizzazione economica e tecnica, di conseguenza l’organizzazione dell’impresa deve mutare. Gentili – pratico osservatore della realtà – inserisce nel campo degli studi manageriali alcuni termini informatici che descrivono il nostro – oramai inseparabile – legame col mondo virtuale. L’impresa diventa il network, una rete che si oppone al fordismo (meccanizzazione del lavoro); una rete, questa, che cambia i propri presupposti per il futuro. In tale situazione, il sociologo sottolinea il ruolo di manager/leader, più importante e necessario per portare un’impresa al successo. In più, descrive con precisione la differenza tra i due termini – manager e leader – approfondendo il processo della leadership dialettica – anche questa da lui inventata – che nasce dall’incrocio tra cambiamento e coinvolgimento. Cultura, visione, sogni, valori, carisma, miti sono gli strumenti per sostenere le trame della comunicazione aziendale, che paragona a una tribù e che riguardano direttamente il leader. C’è da dire, però, che con questa osservazione Gentili non è stato il primo. Lo aveva preceduto lo statunitense Leslie L. Kossof, consulente esecutive di marketing e carriera, che già negli anni 90 nel libro Executive thinking ha introdotto nel linguaggio del business l’idea dei sogni e delle visioni, presentando agli uomini di affari americani un programma in 8 passi per aiutare l’economia e ottenere il successo. Gentili, però, adattandosi alla situazione presente di crisi, soprattutto quella europea, non crea nessun programma rigido e finto; lui analizza la situazione presente, entra nel merito e dà poi consigli suffragati dalla ricchezza della sua cultura personale. Per lui ‘innovare’ è una conseguenza storica; la volontà di innovare porta alla rivoluzione, apre nuove prospettive ‘dando spazio alla realizzazione di un’avanguardia manageriale’.
Usando l’immaginazione della rappresentazione antropologica, l’autore analizza tutte le relazioni possibili tra l’impresa e le risorse umane interne, laddove non dimentica di sviluppare concetti come: carriera, talento, opportunità, clima e formazione strategica. Nella sua pubblicazione tutto accade per una ratio, secondo il ragionamento aristotelico. Ogni avvenimento economico è ben descritto e pensato, i consigli sono pratici e logici come una struttura architettonica, gli esempi vari ed interessanti, lo stile concreto, che trascina già dalla prima parola. E’ il libro che supera i limiti del tempo, entra nel dialogo col passato e con la cultura europea, per poter prevedere il futuro di un’economia instabile e globalizzata, che nonostante gli ostacoli lascia spazio all’”arte del possibile”.


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